Riposo durante la fuga in Egitto di Caravaggio
“Riposo durante la fuga in Egitto“
Dimensioni : 135,5 X 166,5 cm

Dipinto da Caravaggio con la tecnica dell’olio su tela nel 1597, esso è uno dei suoi quadri giovanili che adesso cattura gli sguardi dei visitatori del Museo Doria Pamphilj a Roma.
Il committente di quest’opera è tuttora incerto, ma sicuramente era un privato: secondo alcuni studi recenti apparteneva a Girolamo Vittrici, amico del Caravaggio, e successivamente è arrivato nelle mani della famiglia Pamphilj, probabilmente con l’acquisto del quadro da parte di Carlo Pamphilj.
La modella che prende le vesti della Madonna pare essere Anna Bianchini, la stessa donna che posò successivamente per l’artista nel quadro “La Maddalena penitente”. Anna è una donna di strada, costretta dalle condizioni economiche e sociali del tempo, come Maddalena Antognetti, l’altra modella prediletta di Caravaggio, a scegliere la via della prostituzione e a posare per il pittore indossando, come segno distintivo, un taffetà giallo.
Passiamo alla composizione. La tela rappresenta la Sacra Famiglia: la Vergine Maria è seduta, esausta per il viaggio, avvolta in un manto blu profondo. Tiene tra le braccia un piccolo Gesù addormentato. Giuseppe, più in disparte, tiene tra le mani uno spartito musicale. Davanti a lui, un angelo, posto di spalle agli spettatori, suona il violino. Il tutto è inserito in un ambiente reale, al cui interno sono collocati personaggi divini.
In quest’opera non troviamo ancora l’uso estremo e violento della luce tipico del Caravaggio maturo. Infatti, in questo caso, non si tratta ancora della classica luce che squarcia il dipinto e che siamo abituati a riconoscere nei suoi lavori successivi. Troviamo invece un interessante contrasto di colori: si passa dai toni caldi del mantello di Giuseppe e della pelle dell’angelo ai toni freddi del manto di Maria.
Il particolare straordinario di questo dipinto, che ha stupito persino gli studiosi, è la scelta di Caravaggio di rappresentare uno spartito vero. Gli studiosi vi hanno infatti riconosciuto un mottetto di Noël Bauldeweyn, compositore fiammingo del Cinquecento, contemporaneo dell’artista. È un piccolo dettaglio, ma fa la differenza: rappresenta l’unione tra discipline diverse, in questo caso tra musica e pittura e ancora una volta sottolinea l'intento sempre perseguito di Caravaggio di dipingere la realtà e di rappresentare figurativamente l’incontro tra divino e terreno, elemento tipico della sua arte.
“Il Riposo durante la fuga in Egitto” trasmette insieme calma e tensione, silenziosa ma palpabile: i soggetti sacri sono colti in un momento profondamente umano, reso divino solo dalla luce che crea un’atmosfera rarefatta e reale allo stesso tempo.

